Da qui si comprende agevolmente la differenza tra la civiltà e la barbarie. Ogni volta che subiamo un attentato terroristico di stampo jihadista reagiamo con gli strumenti del diritto e rispondiamo con civilissime manifestazioni cui invitiamo (giustamente) anche gli esponenti del mondo arabo-musulmano e ci affrettiamo subito a chiarire che "non c'è nessuno scontro di civiltà" e che "occorre tenere ben distinti il terrorismo dall'Islam come religione". Quando invece sono loro a sentirsi offesi da quattro innocue vignette attaccano indiscriminatamente qualsiasi bersaglio che sappia di cultura "occidentale", si muovono in massa come animali inferociti, distruggono le chiese, bruciano le nostre bandiere, ammazzano i cristiani e gli ebrei, insozzano e profanano i nostri simboli. No, non sono sufficienti dei disegni ritenuti blasfemi a scatenare tutto questo, c'è evidentemente qualcosa di molto più profondo. La verità è che in quelle culture esiste un grande odio verso di noi (misto a una radicata invidia per il nostro modello di sviluppo), che cova sotto la cenere e aspetta qualsiasi pretesto per scatenarsi. Basta con il buonismo verso il fondamentalismo islamico !! Dobbiamo cominciare a reagire, e duramente, prima che sia troppo tardi.

Per loro destra e sinistra non fa differenza, siamo tutti "cani infedeli".

E che le bruciassero pure, soprattutto se accade in nigeria o in sudan.