Io sono sempre d'accordo con la scelta in base al merito, sono contrario a tutti i privilegi, nel senso che, se ci sono 20 posti, si fa un concorso tutti insieme e, finita la valutazione, se ci sono ai primi 20 posti 20 extracomunitari o 20 italiani, per me è lo stesso... i primi 20 passano e basta!
Il fatto è che, dietro ai posti assegnati agli extracomunitari, ci sono principalmente motivazioni politiche e non scientifiche.
Per quanto riguarda la lingua, anch'io ritengo ingiusto che si passi all'inglese solo per loro...la nostra è un'università italiana e, fino a prova contraria, questa è la lingua ufficiale, quindi, o si decide che si fanno TUTTI i corsi in inglese, oppure tutti in italiano... non a seconda di chi li frequenta. Dopodichè, se si facessero sempre in inglese ci sarebbe solo da guadagnarne...
Una precisazione, infine, sui tipi di corso: sono contrario a pensare che, se seguono corsi di specialistica durante il dottorato sia una fregatura oppure che sia perchè non sono preparati. In alcuni casi è vero, però, nella mia vecchia università (il Politecnico di Milano, dove ho fatto la triennale - sui dottorati alla Sapienza sono poco informato, ma mi risulta sia uguale) era prassi che i dottorandi, anche italiani, seguissero corsi di laurea specialistica in indirizzi diversi da quello che avevano fatto in precedenza.
A ingegneria aerospaziale molti corsi della specialistica sono molto settoriali, io ho fatto un'indirizzo più basato sulla strumentazione, apparati elettronici, controlli ecc... non posso avere la stessa base di chi ha fato aerodinamica...mi sembra normale che al dottorato io faccia qualche corso che lui ha già seguito alla specialistica e viceversa...magari in altre facoltà è diverso.